<<La guardia del Palazzo accompagnò Dorothy e i suoi compagni
attraverso le strade della Città di Smeraldo fino alla casa dell’omino della
Porta. Questi con la sua chiavetta d'oro tolse gli occhiali a tutti e cinque e
li ripose nella grande scatola, poi spalancò la porta che dava sull'aperta
campagna. -Quale strada dobbiamo prendere per trovare la perfida Strega
dell'Ovest? - gli chiese Dorothy, prima di salutarlo. -Non c'è nessuna strada -
rispose il Guardiano della Porta. -E allora, come riusciremo a trovarla? - si
impensierì Dorothy. -Non ci sono problemi: non appena saprà che siete entrati
nel paese dei Gialloni, ci penserà lei a trovarvi. Poi vi farà suoi schiavi. - - Non è detto che le cose vadano così- disse lo Spaventapasseri. - Noi intendiamo trovarla
per primi e ucciderla. - Dorothy e gli altri ringraziarono, salutarono e si
misero in cammino verso ovest facendosi strada attraverso grandi prati fioriti
e profumati. E, via via che proseguivano, il paesaggio cambiava, diventava
brullo e montuoso. E anche deserto: non si vedeva una casa ed era tutto giallo.
Al tramonto tutti erano così stanchi che si distesero per terra e si
addormentarono. La perfida Strega dell'Ovest vide Dorothy addormentata
circondata dai suoi amici e soffiò in un fischietto d'argento
che teneva appeso al collo. Subito apparve un branco di grossi lupi con lunghe zampe, gialli occhi feroci e gialle zanne acuminate.
che teneva appeso al collo. Subito apparve un branco di grossi lupi con lunghe zampe, gialli occhi feroci e gialle zanne acuminate.
-Assalite quei forestieri laggiù! - ordinò la perfida Strega.
Per fortuna lo Spaventapasseri e l’omino di Latta erano svegli, li sentirono
arrivare e li uccisero tutti. Dorothy dormiva così profondamente che non si era
accorta di niente e quando si svegliò, al mattino, si prese un bello spavento
nel vedere una gran catasta di lupi morti. Il Taglialegna le fece un resoconto
dell'accaduto ed ebbe tanti complimenti. Poi venne il momento di rimettersi in
viaggio. La strega vide tutti i suoi lupi morti e i forestieri in cammino e furiosa
soffiò due volte nel fischietto d'argento e subito dal cielo arrivarono un gran
numero di corvi. Allora ordinò al loro re: «Raggiungete quegli stranieri,
beccategli gli occhi, fateli a brandelli!» ma ad aspettarli c’era lo
Spaventapasseri che li uccise uno alla volta. Quando la perfida Strega
dell'Ovest si affacciò di nuovo sulla porta del castello e vide tutti i suoi
corvi uccisi, la sua rabbia esplose, indescrivibile. Soffiò per tre volte nel
suo fischietto d'argento e subito arrivò, con un gran ronzio, uno sciame di api
nere. «Pungete a morte quei viandanti, laggiù!» ordinò. «Sbarazzatemi di loro
una volta per tutte.» api obbedirono prontamente, volando a gran velocità. Ma
il Taglialegna di Latta le vide da lontano e lo Spaventapasseri, cervello o no,
ideò subito uno stratagemma.
«Tira fuori la paglia della mia imbottitura e ricopri
Dorothy, il Leone e il cane» ordinò al Taglialegna di Latta. Il Taglialegna
obbedì e Dorothy, Toto e il Leone quasi scomparvero sotto un fitto strato di
paglia. Quando le api giunsero, c'era rimasto solo il Taglialegna da pungere e
lo attaccarono in massa. Non lo avessero mai fatto! I loro pungiglioni si spezzarono
contro il metallo e morirono tutte!
La strega allora chiamò le scimmie e ordinò loro di rapire
tutti gli stranieri e di farli prigionieri. Purtroppo questa volta non
riuscirono a difendersi e Dorothy ed il Leone furono catturati, mentre lo
Spaventapasseri e l’omino di Latta furono risparmiati.
Dorothy fu portata al castello della strega e questa decise
che sarebbe stata la sua schiava. Ma la strega aveva notato le scarpette della
strega dell’est ai piedi della bambina. Così, pensa e ripensa, trovò un trucco
da utilizzare. Mise una sbarra di ferro in mezzo alla cucina poi con i poteri
magici, che le restavano, la fece diventare invisibile. Poco dopo Dorothy entrò
in cucina, inciampò nella sbarra invisibile e cadde a terra. Non si fece male,
per fortuna, ma una delle scarpette d'argento le si sfilò dai piedi e prima che
lei si alzasse per correre a riprenderla, la strega se n'era già impadronita e
se l'era infilata. - Restituiscimela! - gridò alla perfida Strega. - No, no e
poi no. Adesso è mia.- A queste parole Dorothy perse quel poco di pazienza che
le era rimasta, afferrò un secchio colmo d'acqua e lo scagliò addosso alla
perfida Strega inzuppandola da capo a piedi. La Strega dell'Ovest cadde a
terra, trasformata in una pozza di liquido scuro che si sparse sul pavimento
lucido della cucina. La loro prigionia era finita, finita per sempre! Così
ritrovatisi tutti insieme iniziarono il loro ultimo viaggio verso la città di
Oz.
Arrivati al Palazzo furono accolti dal mago che decise di
esaudire le loro richieste: Oz staccò la testa dello Spaventapasseri dal tronco
e tolse la paglia, poi andò nella stanzetta dentro la sala del trono dove
custodiva tutti i suoi trucchi, prese una manciata di crusca, ci aggiunse una
manciata di spilli e una di chiodi, con quel miscuglio riempì la testa e negli
spazi rimasti vuoti mise della paglia fresca, in modo che avesse lo stesso
preciso aspetto di prima, poi tornò dallo Spaventapasseri e gliela riattaccò,
dicendogli: «D'ora in poi sarai un grand'uomo perché hai un cervello di prima
qualità.»
Oz impugnò un paio di
grosse forbici e fece una finestrella quadrata nel torace del Taglialegna, a
sinistra. Poi frugò in un cofano e tirò fuori un cuore di seta pieno di
segatura - Ecco fatto. Ora hai un cuore da far invidia a chiunque! - Aprì un armadio e prese una bottiglia
quadrata, color verde, poi ne versò il contenuto in un piatto verde e ordinò al
Leone di bere. «Quando l'avrai inghiottito, questo liquido sarà coraggio.
Per Dorothy Oz
preparò una grande mongolfiera. Ma purtroppo il Mago vi salì prima che Dorothy
potesse raggiungerla. Era disperata! Voleva tornare a casa. << Se solo la
fata Glinda mi potesse aiutare!>> al suono di quelle parole ecco che
apparve la meravigliosa fata buona. << Le scarpette d'argento hanno poteri
straordinari» spiegò Glinda. « Basterà che tu batta i tacchi per tre volte
l'uno contro l'altro e pronunci il nome del luogo che vuoi raggiungere.»
«Il Kansas!» disse Dorothy al colmo della felicità. «Io
voglio raggiungere subito il Kansas.»
Abbracciò il Leone, baciò anche l’omino di Latta ed
abbracciò forte lo Spaventapasseri. Glinda
le diede un bacio di addio. Infine Dorothy prese in braccio Toto, fece un
ultimo gesto di saluto, poi batté per tre volte, l'uno contro l'altro, i tacchi
delle scarpette d'argento e proclamò a voce alta: «Portatemi a casa da zia
Emmy e da zio Henry.»
Dopo la lettura della storia proponiamo una conversazione guidata e proponiamo alcune schede didattiche.
Nessun commento:
Posta un commento